giovedì 11 luglio 2013

Solidarietà a Maria Carmela Lanzetta


Così la (ormai ex) sindaca di Monesterace: sarei pronta a ritirare le mie dimissioni se qualcuno fosse disposto a venire a fare l'assessore all'Urbanistica con me. Anche solo per un anno
Ma chi, nel rispondere, passerà dalla 'solidarietà' ai fatti? Ecco le ultime dichiarazioni su quelle dimissioni: 
Ora basta, non ce la faccio più. Sono stanca e delusa. Delusa dalla politica, da chi potrebbe fare molto e pensa solo alle strategie invece che ai problemi della gente. Non si può andare avanti così, schiacciati tra le parole vuote delle istituzioni e la 'ndrangheta. Dico basta perché sono profondamente delusa. Non ce la faccio più. Non si può amministrare in queste condizioni. Il Comune in dissesto finanziario, una burocrazia inadeguata, i tagli continui, al punto che anche cambiare una lampadina diventa un'opera titanica. E tutto questo a rischio della pelle. Cosa mi ha deluso di più? La politica innanzi tutto. Quando spararono alla mia macchina - l'anno prima mi avevano bruciato la farmacia - la politica ha fatto a gara per starmi vicino. È stata una cosa bella, ma io non chiedevo solo solidarietà, chiedevo che qualcuno si occupasse dei problemi dei piccoli comuni di frontiera. Non parlo solo di Monasterace, parlo di tutti. Chiedevo un aiuto alle realtà locali. Personale adeguato, sostegno tecnico. Invece niente. Nessuno che si sia occupato di noi. La politica ètroppo concentrata sulle grandi strategie, ma della gente? Dei problemi reali degli amministratori? Chi si occupa di questo? NESSUNO. Neppure la sinistra di cui faccio parte. La politica è avviluppata su se stessa. Lo scorso anno mi ero dimessa dopo l'ennesima intimidazione e poi cambiai idea. Stavolta non torno in dietro. Lo scorso anno non fu Bersani a convincermi, né la solidarietà di molti. Mi convinsi durante una riunione in Prefettura. Sentivo di essere un pezzo dello Stato a Monasterace. E non volevo deludere. Restai per senso di responsabilità. Ma non avrei voluto essere un sindaco speciale. Avrei voluto essere un sindaco normale, che fa cose semplici per la sua gente. Che amministra bene rispondendo a bisogni essenziali. Invece non è stato possibile, come non lo è per molti sindaci italiani che fanno gratis questo lavoro. Non ho mai preso un soldo dal Comune: con le retribuzioni ho pagato gruppi musicali, ho comprato le illuminazioni per Natale. E anche i soldi che mi dovranno essere liquidati da gennaio ad oggi ho chiesto che siano lasciati all'Ufficio tecnico. Io non voglio e non volevo niente. Solo una cosa: essere un sindaco normale. E credo che sia il minimo, visto che assieme a molti amministratori locali in Calabria, si rischia la vita. (Maria Carmela Lanzetta)

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