mercoledì 10 luglio 2013

Cara Boldrini, devo lasciare: Maria Carmela Lanzetta scrive alla Presidente della Camera

Il giorno 12 luglio l’Amministrazione Comunale di Monasterace avrebbe avuto il grandissimo privilegio di ricevere la Presidente Boldrini per un incontro con i Cittadini del Comune e del Comprensorio locrideo. Purtroppo si è verificata una circostanza amministrativa inattesa che mi costringe a rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco. 
Dimissioni di cui ho informato l’Ufficio Stampa della Presidenza per correttezza istituzionale. Ho avuto il piacere e l’onore di essere ricevuta  dalla Presidente alla Camera dei Deputati, insieme ai Sindaci Elisabetta Tripodi e Gianni Speranza. Nell’occasione abbiamo  potuto esprimere le preoccupazioni per le difficoltà finanziarie che incontrano i Sindaci dei piccoli Comuni anche per le intimidazioni che subiscono e, soprattutto, per le condizioni disagiate del lavoro in Calabria che riguarda gli uomini, le donne e i giovani calabresi. In particolare ho potuto e voluto esprimere le condizioni difficili che stanno attraversando  le lavoratrici delle serre floro-vivaistiche, i cui terreni sono stati concessi con diritto di superficie  per 66 anni dal Comune di Monasterace  ad aziende private. Preoccupazioni che legano in maniera indissolubile Lavoro/Donne/Legalità/Rispetto delle Regole.
Di questo avremmo parlato con la Presidente il 12 luglio presso il giardino del Museo Archeologico. A tale discussione sarebbero intervenuti  donne dei sindacati, della confcommercio Calabria, delle cooperative sociali, del giornalismo, dell’Imprenditoria della Locride, delle Serre di Monasterace, dei precari della   pubblica amministrazione e del sociale; con inviti rivolti anche a uomini e donne delle istituzioni  e della chiesa.
Rinunciare  a questo incontro, già in fase organizzativa  avanzata, è per me una vera  sofferenza umana e amministrativa; ma l’esigenza di non derogare alla coerenza personale di valutazioni istituzionali  indirizzate a tenere la schiena dritta  per tutelare  il  nome  del mio Comune e della mia Amministrazione, mi hanno convinta a fare una  scelta dolorosa ma necessaria, di cui Lei, gentile Presidente, sono sicura capirà le ragioni.
Sono le ragioni dei principi che stanno alla base della mia esistenza umana, professionale e amministrativa: lavoro, giustizia sociale, cultura e rispetto dell’uomo e della donna in quanto tali. Principi che ho appreso dai miei genitori e da molti uomini e donne che hanno sacrificato  sacrificati la loro vita   per rispettare i principi su cui avevano fondato la loro esistenza. Purtroppo queste scelte, quando non vengono comprese, conducono anche a perdere le amicizie di una vita e al peso della solitudine, ma sono il pilastro su cui è possibile poggiarsi  per conservare la Libertà del proprio agire umano e amministrativo.
L’Italia è stata ed è ricca di figure che hanno illuminato e illuminano  la sua Storia. E’ necessario una svolta profonda, che è soprattutto culturale, per valorizzare le tantissime Persone coerenti, coraggiose e solidali che operano spesso e volentieri mettendo in gioco se stessi, in termini di impegno civile e, a volte,  anche economico, per raggiungere l’obiettivo del Bene Comune.
Grazie ancora Presidente. Spero comunque  di poterLa incontrare al più presto.
Maria C. Lanzetta, Sindaco di Monasterace
9 luglio 2013

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